La Magnum

Giuro che pensavo fosse una roba comica. Invece è vero. Comunque, non riesco a togliermi dalla mente Ben Stiller che fa la Magnum in Zoolander.

Secondo

Un mio racconto è arrivato secondo al premio letterario "L'arca".

Tocca pure fare di conto

Sofri (quello giovane) pubblica un estratto dall'articolo di Piattelli Palmarini di ieri (Corriere della Sera). Siccome l'argomento mi provoca innalzamenti improvvisi della pressione sanguigna, annebbiamento della vista, pruriti, aerofagia, immediata consapevolezza delle ridotte possibilità di sopravvivenza della specie umana - e mettiamoci anche desiderio incontrollato di sbriciolare un artropode qualsiasi - insomma, mi sta a cuore, mi sono andato a leggere l'articolo.
Innanzitutto, gli autori non considerano l'evo-devo un'alternativa al Neo-darwinismo: "However, to simply contrast evo-devo with Neo-Darwinism will arguably lead nowhere, as either approach is a complex of theories that must be confronted individually." Punto.
E poi viene spiegata la questione degli scolopendromorfi. Ovviamente, l'articolo è dedicato a coloro che si appassionano all'evoluzione del numero di segmenti nei centopiedi. Roba da correre contro un lampione bendati.
Intendiamoci, ognuno ha le sue fisse. Ma ancora una volta un risultato scientifico, che va inquadrato nel contesto di un dibattito ampio e complesso, viene estrapolato e utilizzato in maniera subdola per supportare la critica ad un Teoria.
La frase di Piattelli Palmarini: "...è impensabile che questo dato sia spiegabile mediante la selezione naturale e l’adattamento", è il classico esempio di totale mancanza di argomenti mascherata da frase importante. Vanno avanti da anni a dire che "è impensabile", e mentre ci sono migliaia di scienziati che lavorano con passione da cinquant'anni (di più, anche) per correggere, rivalutare, rivedere, criticare, modellare, la teoria dell'evoluzione... Poi ci sono quelli che "non è possibile spiegarlo".
MA CERTO CHE NON E' POSSIBILE SPIEGARLO, DICO IO, PERCHE' INVECE DI BLATERARE IDIOZIE SUL NUMERO DOPPIO DI SEGMENTI* C'E' GENTE CHE SA COS'E' UNA TEORIA, NE CONOSCE I LIMITI MA ANCHE LE ENORMI POTENZIALITA' E LAVORA NELL'OMBRA PERCHE' TU SPARISCA E NON TI FACCIA PIU' VEDERE.

*Questa è la frase: "In having either 39 or 43 pairs of trunk legs rather than 21 or 23, this centipede is so dramatically different from all other scolopendromorph species described to date".
Quindi N=21/23, ovvero 2N=42/46. Questo ne ha quasi il doppio (39 o 43). Infatti: "The extraordinary feature of this centipede is the number of its leg-bearing segments, which is nearly double with respect to all other scolopendromorphs.."

Chiaro?

Il Piemonte è caduto

«Da ragazzo non lo sapevo ancora, eppure avevo sempre l'occhio alla strada, ai passanti, alle ville di Canelli, alle colline in fondo al cielo. E' un destino così, dice Nuto - che in confronto con me non si è mosso. Lui non è andato per il mondo, non ha fatto fortuna. Poteva succedergli come succede in questa valle a tanti - di venir su come una pianta, d'invecchiare come una donna o un caprone, senza sapere che cosa succede di là dalla Bormida, senza uscire dal giro della casa, della vendemmia, delle fiere. Ma anche a lui che non si è mosso è toccato qualcosa, un destino - quella sua idea che le cose bisogna capirle, aggiustarle, che il mondo è mal fatto e che a tutti interessa cambiarlo»

ad averlo saputo

Ad averlo saputo, avremmo aspettato.
Togliere una vescica, un pezzo di intestino, andare in giro con il sacchetto pieno di piscio; che poi lo devi svuotare ogni due ore e se cade qualche goccia ti puzza tutto il cesso, ti devi cambiare le mutande che ingialliscono.

Ad averlo saputo, avremmo aspettato.
Brutta bestia il carcinoma, ci vuole un attimo e ti spara nel polmone. Lo ha detto il medico. "E poi", con le due dita che girano in tondo, "vai all'altro mondo". Ci siamo spaventati come bambini, tutti quanti. Abbiamo deciso che andava tolta. "Tutta la vescica?" chiede con gli occhi sgranati. "Tutta", fa lui. Pazienza se poi ti cambia la vita, il dottore ha detto che è la cosa migliore. Se lo dice il dottore, gli devi credere.

Ma ad averlo saputo, cavolo, avremmo aspettato.
Mica è facile poi, con tutto che hai settanta e passa anni. Ti manca la voglia di vivere se non sei di granito. (E' di granito, grazie al cielo). La portiamo al mare, magari, che così non pensiamo più al "brutto male", come lo chiama lei.
Ma ad averlo saputo, se ce lo dicevi prima, avremmo aspettato.

Comunque grazie.



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PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Circolare No. 029/2010 interpretativa in materia di:

"Obiettivi ragionevoli"

Roma, lì 22 Marzo 2010


A chi di competenza,

Con riferimento alle direttive esposte in data 21 Marzo c.a. e in ottemperanza alla circolare "del fare" (cfr. circolare 01/1994)  si fa seguito alle disposizioni in materia di:
- riforme delle giustizie, civile e penale (in ordine alfabetico)
- miracolo dell'Acquila e dell'Abruzzo
- definizione di criteri per la valutazione della superiorità dell'amore sulla I) invidia e II) odio
- sintonia operativa
- il piano casa
- sanità (riduzione ad almeno metà dei giorni di attesa, anche delle gravidanze ove possibile)
- abrogazione di 10exp6 atti legislativi
- giubbe rosse (ove fosse possibile identificarle chiaramente da simboli, abbigliamento e/o atteggiamenti sospetti*)
- cancro** (in particolare, con riferimento a tutti i cancri in corso. Ove possibile, retroattivo a partire dal mese di marzo del 2009)

In attesa di pubblicazione sulla G.U. rimandiamo alle singole circolari, da trasmettere con le modalità previste dall'Ufficio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

IL SEGRETARIO




* cfr. circolare 05/2001 "Atteggiamenti sospetti"
** cfr. circolare 02/2010 "Pelle della gente"



Le mani, le mani si tengono così

Tutta questa storia che uno ha torto, perchè fa una cazzata grossa come una casa, e passa  il tempo a dare la colpa agli altri, alle regole, al mondo, mi ha fatto tornare in mente uno dei calssici di Totò e Peppino. C'è in molti film ed è sempre lo stesso meccanismo: Totò schiaccia un piede, un dito o qualcos'altro a Peppino. E poi gli dice che è colpa sua, perchè la mano non doveva mettercela. Ecco, questi che adesso non è colpa loro se uno arriva in ritardo a presentare le liste, mi ricordano quell'Italia.



Intendiamoci

Dunque, ieri sera ho visto per la prima volta (e spero vivamente per l'ultima) lo spot di questa banca, il cui nome non facciamo, che ha come protagonista un ricercatore italiano che lavora in America.
Ora, questo tizio guarda dentro un microscopio e gli viene un colpo perchè scopre che gli funziona qualcosa. La voce fuori campo dice che ha un dottorato, no "ha un PhD, come si dice in America".
Io (non per vantarmi eh?) ho un PhD e l'ho preso sulla Ripamonti, a Milano. Ci passa il quindici, sulla Ripamonti. Il dottorato italiano è diverso, comunque; bisognerebbe prendere una decina di quelli che hanno concepito lo spot e dargli lo stipendio del dottorando italiano, così, per qualche mese. Per vedere l'effetto che fa.

Poi c'è lo stacco e si vede una spiaggia (L.A., Venice Beach) con i surf, le onde e lui  seduto che guarda il mare e si arrovella. Arriva una tipa (che chiunque se la sdraierebbe sul bancone dei clonaggi) e c'è questo momento in cui lei capisce che lui vuole andare via. Momento drammatico, piano in sottofondo. Roba da darsi fuoco in piazza Tienanmen.
La voce: "Ma nonostante tutto a Claudio non basta".
Ma cosa non gli basta, dico io? COSA santoiddio? Niente, lui vuole di più.
Va dal suo capo e gli dice che vuole andarsene, perchè "vuole portare tutto quello che ha imparato in Italia".
E allora non hai imparato un cazzo, viene spontaneo sottolineare. Ma ti perdoniamo perchè vivi in America e hai un PhD e non sai cosa ci tocca sopportare a noi tutti i santi giorni.

Torna in Italia e lo vediamo camminare in un laboratorio che io voglio sapere dove cazzo è. Dov'è sto posto, ditecelo. Diteci dov'è che vi mandiamo dieci o quindicimila application (come si dice in America), abbiamo il PhD anche noi, mica siamo il terzo stato. Sembra il laboratorio di C.S.I., con le luci soffuse e la fotografia fredda, e c'è il suo collega che gli dice: "sembra di stare in America" e lui non può che rispondere: "è pure meglio".
Ma vai a cagare, vai.
La voce: "Riuscirà a portare avanti il suo sogno?"
Ce lo auguriamo tutti, che Claudio, alla fine, ci fa quasi tenerezza. Arriva anche la gnocca in taxi che dice "Sorpresa!" con l'accento americano. Un colpo basso di sceneggiatura. Tra il neorealismo, Muccino e il cinema filippino degli anni '80.
E vanno via sulla vespa, verso un futuro luminoso e pieno di speranza.

Go get 'em

Raramente mi capita di leggere con tanta avidità un articolo di giornale. Sui nostri quotidiani, non mi succede da anni. Amy Harmon (Pulitzer nel 2008), giornalista scientifica del NYT, ha recentemente pubblicato uno straordinario report sulla medicina molecolare nella cura dei tumori. In poche parole, vuol dire usare molecole (farmaci) che agiscono su specifiche varianti dei geni coinvolti nello sviluppo di un tumore. Nell'articolo, si parla di PLX4032, un composto della Roche che sembra essere efficace nel contrastare il melanoma.
Leggete gli articoli, sono belli, scritti bene e con competenza, ci sono le storie dei pazienti, la tenacia di un medico con le unghie, le Big Pharma e i soldi. Insomma, quelle storie che vorremmo sentirci raccontare per capire quanta gente si sta facendo il mazzo per salvarci la pelle.
Poi va bene, "...signora mia, guardi queste industrie farmaceutiche" e tutta le retorica del caso. A me, verrebbe voglia di mettere sotto sequestro i capitali di tutti quei furbetti dal cervello misero che si fottono i soldi pubblici per pagarsi le puttane. E poi regalarli a gente come il dottor Flaherty.
Si parte da qui. Buon viaggio.

Visti da fuori

Leggevo con interesse un articolo di Robert Winston, del 2007. E' stato pubblicato su Cell Stem Cell (Cell Stem Cell, June 2007).
Lascio a voi l'estenuante lavoro di capire chi è R. Winston; per ora ci limitiamo a dire che è un famoso ricercatore inglese, apparso innumerevoli volte sulla BBC e autore di alcuni libri.
L'articolo si occupa di valutare l'impatto delle leggi che regolamentano la ricerca sulle cellule staminali, considerando la complessa varietà esitente tra le diverse nazioni.
Tralasciamo anche le considerazioni sulla qualità della discussione al di fuori dell'Italia, perché è già un fatto che ci sia una discussione da qualche parte e invece qui da noi siamo ancora a Don Camillo e ...vabbè lo sapete.
Quello che mi ha raggelato è il seguente passaggio, durante il quale Winston elenca rapidamente le varie leggi nei singoli paesi. Qui arriva all'Italia:
"And the Italian government passed draconian legislation in February 2004 that greatly hindered much routine practice of clinical IVF and made egg and embryo donation illegal, and research very difficult. However, in a classic Italian compromise, the import of human ESCs from overseas is still permitted. The restrictive Italian legislation seems partly a response to the highly publicized but infamous pronouncements of Dr. Severino Antinori, who has repeatedly claimed to be cloning human embryos in an unspecified clinic (Vogel, 2005)."

Il resto dell'articolo non ha praticamente mai lo stesso tenore usato in questo paragrafo. Sono quelle cose che mi fanno rabbrividire, ricordandomi con freddezza qual è la nostra immagine all'estero.

Prenderò spunto da questo articolo per pubblicare nei giorni seguenti due o tre post sulle cellule staminali (cosa sono, le applicazioni terapeutiche,...). Così facciamo un ripasso.

L'uomo è morto, la società è in pezzi, la civiltà è al tramonto

L'ho appena visto: Clicca-se-hai-coraggio.

Dancin' Peer to Peer

Secondo la BBC, la pubblicazione di articoli relativi a Stem Cell sulla rivista Nature non segue un processo limpido limpido.
In una lettera aperta all'editore, 14 ricercatori avrebbero denunciato l'esistenza di un cartello di reviewers (ovvero coloro che decidono se il tuo paper è ok o no) che avrebbe favorito alcuni laboratori a scapito di altri.
A naso, non credo che ci saranno grandi "wow" nel mondo della ricerca.

Classista

Vorrei qui esporre alcune opinioni in merito al dibattito sull'applicazione iMussolini (iM.) per iPhone.

Credo che sull'app store ci possa essere più o meno un applicazione per qualsiasi cosa. Anche sui metodi per evirarsi, se qualcuno ha intenzione di aiutarsi in tal senso. Se iM. (o qualsivoglia altra app) dovesse violare una legge dello Stato ( "...pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo,
oppure le sue finalità antidemocratiche" e via dicendo) allora deve essere rimossa. Sei un coglione manifesto che "esalta" il movimento fascista e devi essere punito.
Non so se iM. lo faccia, e sinceramente al momento non mi interessa. Se ne occuperanno coloro che sono competenti in materia.

Detto questo, ci si interroga sul perchè iM. sia diventata la prima applicazione scaricata sullo Store. Mi vengono in mente alcune possibili spiegazioni:
1) Curiosità: "Toh guarda, un applicazione per riascoltare tutti i discorsi di Benito! Chi l'avrebbe mai detto? Sono un appassionato collezionista di discorsi famosi e un inguaribile esploratore del cosmo tutto, credo che la scaricherò. E non mi date del fascista, eh? La scarico solo per curiosità e per interesse storico. E costa poco."
2) Ossessivo-compulsivo: "Cos'è uscito oggi? Ah si, quella per sapere dove sono tutti i benzinai biondi, quella con il prontuario sulle medicine a base di calendula, una per sincronizzare il telefono via USB con Padre Pio... e si, quella con i discorsi. Tutte le voglio. Tutte."
3) Senza-personalità: "La scaricano tutti, la scarico anche io. Mi sembra una cagata, ma tu guarda quanti download... E costa poco."
4) Troppa-personalità: "Adesso sta a vedere che non si può scaricare 'sta roba. Io mi ascolto il cazzo che mi pare, quando cazzo mi pare, dove cazzo mi pare. Chiaro? Siete dei poveretti, guarda, sempre lì a dare del fascista alla gente. Ma tu chi cazzo sei?! Da dove sei venuto? Io lavoro come una bestia per mantenere quelli come te. Togliti gli occhiali che te la spacco quella faccia di cazzo. Ma senti questo... Voi siete quelli che avete rovinato questo paese, questo siete. Io mi faccio il culo, pago le tasse e mi compro quello che cazzo mi pare. Sempre a far gli snob, minchia, sembra che sanno tutto loro. Non-sai-un-cazzo-non-sai. Ascolto Mussolini, e allora? E ALLORA? Problemi? Guarda, ti lascio stare perchè mi fai pena mi fai."
5) Nostalgia: "Sono fascista da sempre. Anche se ho xx anni" Inserire l'età xx a seconda dei casi.

Ce ne saranno altre, immagino. Lascio a voi (se ci siete).

NOTE: Ho verificato che le mie posizioni vengono inspiegabilmente associate ad un sentimento di repulsione per chi possiede l'iPhone. E' falso. Sono inguaribilmente apple-oriented, da anni. Così, per chiarire.



ScienceOnline2110


ScienceOnline2010 è la quarta edizione di un meeting che si occupa di scienza e Web. Si è svolto in North Carolina, dal 14 al 17 Gennaio 2010.

Scopro con grande piacere che nella lista dei partecipanti c'è anche Enrico Balli, CEO di Sissa Medialab. Il piacere deriva dal fatto che non mi aspettavo di trovare italiani registrati per l'evento, vista la scarsa attenzione che viene riservata all'argomento nel nostro paese.
Invece.
Molti i partecipanti da UK e, non so perchè, dalla Germania.


Un giorno, forse, ne avremo abbastanza

Sasaki, sulla questione di quell'individuo che si ostina e si ostina e si ostina (pagato, dico io). E nessuno dice niente.

"Ma che cazzo c'entra internet Barbareschi? Cos'è INTERNET? C'è un nome e un cognome: si chiama Stefano Andreoli e non è famoso per rubare un beato niente su internet. Ti si rinfaccia il diritto d'autore sì, ma che ragionamenti fai? Non hai argomenti e dici cavolate, ma smettila. È ridicolo."

David è un genetista, così dice nel suo About.
Ha scritto questo fantastico pezzo sulle prime due leggi della termodinamica. [inizia al sec 8]


Il testo:
First you have one
It says a ton
Basically saying that something can’t come from nothing
Gives you the sum, of things to and from, making it all – total up – all working out

CHORUS
I should have you all figured
With a law like this in mind
Listen to my reasoning
You should know by now

The thermodynamics of love.

Then you have two
Messing with you
Telling you life is a journey full of disorder
Giving off heat, ordinary feat, and telling you work a bit harder – figure it out.

CHORUS

ITS very simple
very rational
really excerptional
just universal

absolute zero
not moving on
stuck in a standstill
we’re not responsible
 

H1N1 - The Holy Flu - Parte 3/3

In questa parte, sarò più breve. O forse no.
Per chi volesse approfondire, ci sono numerosi articoli sulla stampa straniera che vi apriranno nuovi orizzonti. Ad ogni modo, io prendo spunto da un editoriale di Nature (1). Lasciate che vi citi alcune parole estratte dall’articolo:
“[...] The sobering fact is that humans were lucky with this pandemic. Most cases have been mild, yet health services were still often stretched to capacity. And the fact that vaccines were too few, too late, would have been catastrophic if the virus had been more lethal.”

La prima cosa da sottolineare è che la risposta globale all’emergenza è stata sorprendentemente efficace e rapida. Messa così sembrano rose e fiori, ma il punto è che poteva andare molto peggio.
Nell’aprile del 2009, con la comparsa dei primi casi, le autorità messicane hanno prontamente avvisato la comunità scientifica internazionale. Ancora all’oscuro riguardo la natura del virus, hanno fatto la cosa giusta. E’ bene sottolineare che in Messico, nel 2003, è stato approntato il “National Pandemic Influenza Preparedness and Response Plan”. L’andamento periodico delle pandemie influenzali è motivo di allarme da molti anni, soprattutto a seguito degli outbreak del virus H5N1, avvenuti in Asia, negli anni 1997 e 2003. E proprio nei paesi asiatici ci si aspettava di veder emergere il nuovo virus pandemico. E invece è arrivato in Messico, tra una tortilla e l’altra. Grazie al NPIPRR (l’acronimo è mio), la rete di controllo sanitario ha permesso di contenere la diffusione del virus, e consentito l’ospedalizzazione e la cura dei casi più gravi. Al Messico tutta la faccenda è costata più di 4 miliardi di dollari (2). Non dimentichiamoci che avrebbero potuto minimizzare, insabbiare, fare capannello e risolversi la faccenda da soli. Si parla di un paese che sopravvive anche grazie al turismo.
Andiamo avanti.
Se prendiamo in considerazione gli USA (3), la storia assume i contorni di un avvincente romanzo di Chricton.

Nel numero di martedì 21 apile 2009 del Morbidity and Mortality Weekly Report del CDC (Center for Disease Control) di Atlanta si fa riferimento a campioni biologici provenienti da due bambini californiani. Il dottore che li ha presi in cura non è stato in grado di identificare il sottotipo virale e ha quindi spedito i campioni ad Atlanta. I ricercatori del CDC scoprono ben presto che si tratta di un Flu virus di origine suina, diverso da quello stagionale. Inoltre, con sorpresa, viene fuori che i due bambini non sono mai stati a contatto con animali.
Il giorno dopo, mercoledì 22, vengono riportati altri casi in Texas e California. A quel punto qualcuno si chiede se si tratta dello stesso virus che si sta diffondendo in Messico, dove sono stati riportati i primi casi di decesso dovuto a complicanze respiratorie ancora di origine sconosciuta. L’uomo che prende la decisione giusta, in quel momento, è Richard Besser, a quel tempo direttore operativo del CDC. Viene attivato l’Emergency Operation Center, al livello 3 (il più basso).
Giovedì, 48 ore dopo il Weekly Report, l’EOC viene portato a livello 1, il più alto. I risultati di laboratorio confermavano che i virus isolati in Messico e negli USA appartenevano allo stesso sottotipo. Dopo 24 ore, anche la WHO attiva la sua emergency response room e nella giornata di venerdì dichiarerà al mondo che ci dovevamo preparare ad una “public-health emergency.” Da allora, gli aggiornamenti della WHO sono stati giornalieri.

La macchina di contenimento ha funzionato bene. Ci saranno state falle, inciampi di percorso, imprecisioni. Ma se il virus fosse stato più aggressivo, a quest’ora dovremmo tutti mandare un biglietto di sentito ringraziamento a coloro che hanno fatto il loro lavoro come andava fatto. Ci è andata bene, ma io dormo più tranquillo se so che c’è il CDC di Atlanta.

Comunicazione?
La pandemia H1N1 è stata un banco di prova eccezionale per mettere sotto esame la fiducia del pubblico nelle autorità. Da un lato, l’eventualità che i vaccini fossero pochi e non arrivassero in tempo ha causato grande preoccupazione nell’opinione pubblica, che però subito dopo si è chiesta se il vaccino fosse sicuro ed efficace.
Le informazioni si diffondono ad una velocità impressionante, e purtroppo la verifica delle fonti in termini di credibilità non è sempre possibile. A maggior ragione per chi si affida ai media come unica sorgente d’informazione. Ecco perchè mi incazzo quando vedo che fa più scalpore la non dimostrata pericolosità del vaccino invece del messaggio che la WHO e i singoli governi (compreso il nostro) hanno seguito un protocollo che in condizioni peggiori ci avrebbe salvato al vita.

“Times of uncertainty and risk are times when public trust is most needed. But trust is built long before the time that trust matters most. As the public weighs the perceived risks of the A(H1N1) virus against the perceived risks of vaccination, they are taking into account multiple, often conflicting, sources of current and historic information, as well as their own personal experiences.” (4)

La mia opinione è che basterebbe aprire dei canali di informazione con organi ufficiali il cui scopo è di gestire la “comunicazione dell’emergenza”. Nel nostro paese, al di là delle dichiarazioni ufficiali del Ministro, è necessario curare il rapporto di fiducia che si crea tra noi e le istituzioni. Solo così potremo relegare nel settore dei rumors i complottisti, che vedono le sataniche multinazionali dietro ad ogni angolo, pronte ad azzannarci.
Non faccio difesa a oltranza, non sono nato ieri. E neanche l’altro ieri. Ma in Italia c’è miseria di comunicazione scientifica. I blog di scienza si contano sulla punta delle dita. E i vari Repubblica e Corriere a volte pubblicano oscenità che lette dalla nostra parte, degli scienziati, fanno impallidire.

(1) Nature 463, 135-136 (14 January 2010) | doi:10.1038/463135b
(2) Vargas-Parada L. H1N1: a Mexican perspective. Cell. 2009 Dec 24;139(7):1203-5.
(3) Nature 463, 150-152 (2010) | doi:10.1038/463150a
(4) JAMA. 2010;303(3):271-272.

H1N1 - The Holy Flu - Parte 2/3

[Continua]
Se dovessimo riassumere in una parola: promiscuità.
Immaginiamo di arrivare, nel bel mezzo della notte, in un villaggio sperduto nella foresta dell’ipotetico paese di FluFlu. Gli indigeni locali, spaventati e incuriositi dall'intrusione, ci guarderanno con sospetto. Sicuramente, la reazione dipenderà anche da come siamo vestiti. Se indosso una gonnellina locale, una collana di ossa di elefante e un copricapo sciamanico, potrei anche passarla liscia. Ma se mi sono vestito da assicuratore o da idraulico, allora mi guarderanno con curiosità mista a paura (0). Chi è questo? Cosa vuole?
Ho invaso uno spazio (ospite) presentandomi con caratteristiche esteriori definite (antigeni) e, al momento, non ho neanche dichiariato le mie intenzioni (patogenicità).

I virus influenzali sono classificabili in base all'abbigliamento. Ci sono degli affari che spuntano dalla superficie dell'involucro (si chiamano HA e NA) che, per renderci la vita complicata, sono divisi in sottotipi. Quanti sono? Be', ci sono 16 HA e 9 NA. Fate un po' voi il calcolo delle combinazioni. Inoltre, se aprissi il virus come una mela, dentro ci troverei un'altra manciata di simpaticoni che possono cambiare struttura da virus a virus. Nel complesso, questi virus non amano la routine.

Quando un virus bussa alla porta di una cellula, il permesso di entrare viene accordato solo se c’è compatibilità tra le molecole di superficie. Nel nostro caso - facciamola semplice - tra HA (la chiave) e un recettore di superficie (la porta). Questa porta è diversa tra umani e uccelli. E non stupitevi se adesso vi dico due cose:
  1. Gli uccelli sono considerati la “riserva naturale” del virus influenzale. I teneri volatili si palleggiano il virus da un bel po’ di tempo.
  2. I suini (swines) hanno entrambe le porte, quella umana e quella aviaria. E quindi, oltre ad essere rosa e servire da base per il capodanno con lenticchie, si beccano i virus umani e quelli dei volatili. E viene fuori un bel cocktail.
Un ultimo punto, ma essenziale. Un virus può diffondersi molto rapidamente tra gli individui della specie (altamente infettivo) ma non fare troppi danni (patogenicità). Oppure può essere molto pericoloso (dopo il contagio, fatti il segno della croce) ma non essere capace di diffondersi molto bene. Vedi la [NOTA] subito se vuoi cominciare a preoccuparti.

Adesso, per non annoiarvi fino a farvi ammalare, cercherò di andare al punto. Quando arrivo nel villaggio di FluFlu la prima volta, gli indigeni non mi hanno mai visto e quindi il loro sistema immunitario reagisce in maniera appropriata. Vengono sviluppati degli anticorpi (i guerrieri del capo) e io vengo debellato (fine dell’infezione). Se torno l’anno dopo, si faranno al massimo una bella risata, perchè io sono la stessa persona di prima. E sanno come prendermi.

Purtroppo, i virus influenzali sono soggetti a due fenomeni di mutazione (1), che hanno come conseguenza quella di rendere diversi gli antigeni di superficie. Diciamo che io mi camuffo, per non farmi riconoscere a FluFlu. I due fenomeni sono:
a) Antigenic drift: piccole mutazioni, quelle che rendono il virus “leggermente” diverso di anno in anno. Quindi io mi faccio il Natale a casa per due anni di fila, perché il bastardo è “leggermente” cambiato e il mio sistema immunitario lo riconosce ma non completamente. Una cosa tipo vedo/non vedo. Però il fatto di essere simile al virus dell’anno prima aiuta: molti nostri simili non si ammaleranno per nulla.
b) Antigeninc shift: E lasciatevelo dire, sono cazzi. E’ quello che è successo nelle tre pandemie (1918, 1957 e 1968). La molecola HA era completamente (e non leggermente) diversa. Tutti gli umani sono suscettibili e possono contrarre l’infezione, quindi il virus si diffonde molto rapidamente. E lo fa perché questo HA è anche in grado di riconoscere molto efficientemente la “porta” umana.

Nel 1918 si trattava di un sottotipo H1N1 (suona un campanellino?), nel ‘57 un H2N2, nel ‘68 un H3. Ogni volta, partendo da un evento di “reassortment”, la sfiga ha voluto che iniziasse a circolare tra gli esseri umano un virus molto (molto) pericoloso. Noi, un H2 o un H3 non l’avevamo mai visto prima degli anni ‘50.
Come avviene tutto ciò? Basti tenere a mente che tali varianti possono derivare da un virus aviario che muta e acquisisce la capacità di infettare gli umani (avian to human), oppure da un virus circolante tra i suini (swine to human) oppure... Oppure, nei suini, si incontrano (viral happy hour) una parte di avian, una parte di human e un paio di parti si swine; e una spruzzatina di soda. E opplà, ecco l’H1N1 che ha terrorizzato il mondo negli ultimi mesi. Andiamo avanti, ma prima una [NOTA].

[NOTA: Nel 1997 (e nel 2003) il virus H5N1 ha fatto quello che gli americani chiamano un “outbreak”. L’H5N1 (la mitica influenza aviaria, ricordate?) ha infettato un po’ di persone, dimostrando di essere un virus molto aggressivo, con tassi di mortalità elevati e severe complicazioni respiratorie. Perché l’abbiamo scampata? Perché si trasmette male da uomo a uomo. Tutto lì. Ma cosa vi ho appena spiegato? Che ci vuole un attimo, figli miei, un attimo di distrazione e questo virus cambia e diventa altamente CONTAGIOSO. Pandemia, e sono cazzi amari. Ma questa è un’altra storia.]

Dicevamo che i virus H1N1 sono in circolazione tra gli umani dal 1918. Il problema è che c’è una variante H1 suina che per lungo tempo è rimasta confinata nei potenziali cotechini. Per semplificare, è come se separassimo due gemelli alla nascita. Uno mi viene su simpatico e l’altro antipatico. Sono simili, ma sono rimasti separati per tanto tempo e hanno subito l’antigenic drift di cui sopra. Il risultato è che l’H1 suino è oramai molto diverso dall’H1 umano. E questo, l’abbiamo capito, pone un problema. C’è un antigenic gap (divergenza, molta divergenza) che rende noi esseri umani suscettibili all’infezione con un virus che è diverso da quelli che conosciamo (anche se si chiamano tutti e due H1N1).
Chiariamoci, ci sono stati occasionali outbreak di swine-flu tra gli umani, ma nessuno di questi virus era in grado di fare human-to-human.

L’H1N1 che ha terrorizzato il mondo negli ultimi mesi, invece, fa human-to-human che è una bellezza. Allora, il prossimo che mi rompe le palle con il “troppo allarmismo” lo inchiodo al muro con le puntine.

Siamo arrivati alla fine. Quando una nuova variante virale viene isolata nella popolazione umana (2), esiste un protocollo di emergenza (ne esistono molti, in realtà) che prevede, secondo la WHO, 6 stadi.
Non ci sono dubbi, cari lettori: lo stadio 6 è stato raggiunto (3) e la WHO ha dichiarato ufficialmente l’emergenza pandemica. E ha fatto bene. Punto.
E quando sentite dire che “al momento” il virus non ha causato molte vittime, e “al momento” sembra meno pericoloso dell’influenza stagionale... be’, vuol dire che questo virus si diffonde molto bene human-to-human, ma non è molto patogenico, ovvero non ha conseguenze gravissime (gravi, quello si) sul sistema respiratorio.
Inutile dirlo, se dovesse acquisire la seconda caratteristica (patogenicità) allora, Houston, avremmo un problema. E lo sappiamo, questi virus non amano la routine.

Take home message: niente panico, ma io sono felice quando so che c’è qualcuno che si occupa di queste cose con la dovuta cautela e professionalità. E sono scienziati, goddamit!

Nella prossima puntata, proverò a parlarvi di vaccini e di come è stata gestita la comunicazione del messaggio: “Holy Jesus, we got a swine-flu situation!”.
[Continua

(0) Nel mio caso, è probabile che lo facciano comunque.
(1) Schnitzler SU, Schnitzler P. An update on swine-origin influenza virus A/H1N1: a review. Virus Genes. 2009 Oct 7.
(2) Garten RJ et al. Antigenic and genetic characteristics of swine-origin 2009 A(H1N1) influenza viruses circulating in humans. Science. 2009 Jul 10;325(5937):197-201.
(3) “...community level outbreaks in at least one other country in a different WHO region in addition to the criteria defined in Phase 5. Designation of this phase will indicate that a global pandemic is under way.”

LA RECENSIONE DI AVATAR

Che Odino mi prenda qui e ora, santi numi celesti, se ieri sera non c'è stato un momento in cui ho sperato, desiderato, pregato di potere, un giorno, essere scelto da un Banshee.
E fare tutta quella scena del riconoscimento.
Fine della recensione; e non mi rompete le palle con "dura troppo", "è un americanata", "non succede niente", "è la solita storia".
Chi dice "è la solita storia" deve scomparire mangiato vivo da un Viperwolf.



H1N1 - The Holy Flu - Parte 1/3

Sebbene l'ondata di proteste per una presunta macchinazione delle industrie farmaceutiche si sia placata (sui quotidiani maggiori), una ricerca su google news vi darà un quadro chiaro di come la rete sia popolata di articoli sulla "falsa pandemia".
Accade ancora (e accadrà) che la percezione di un evento complesso sia sottoposta all'inevitabile riduzione in mimimi termini, più facilmente digeribili dall'utente "di passaggio" nei mezzi d'informazione. Il discorso è lungo e articolato, e non lo facciamo qui.
Tuttavia, si sta diffondendo l'idea che sia stata tutta una montatura. A questo, sia aggiunge l'esecrabile indifferenza dei nostri media verso la comunità scientifica, che da mesi (in tutto il mondo) spiega con chiarezza ciò che sta accadendo.
Il virus H1N1 è un agente infettivo. Vuol dire che se io starnutisco sull'autobus, disperdo in giro una milionata di particelle virali. E siccome le particelle virali non guardano in faccia nessuno, tu (ignaro passeggero che ti volti dall'altra parte) diventi un ospite. E via dicendo.
Vi sono due aspetti cruciali che andrebbero trattati, entrambi essenziali alla comprensione del fenomeno:
1 - Un virus è un virus, non è un editoriale di Minzolini. La biologia dell'H1N1 è proprio chiara a tutti i complottisti?
2- La comunicazione dell'emergenza. Ovvero la delicata questione di come viene gestito un allarme di pandemia dalle autorità ufficiali.

Senza pretendere di esaurire entrambi gli argomenti, mi riprometto di affrontarli entrambi nei prossimi giorni.
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Ci faranno ciao ciao

Non è un mistero. Tra qualche anno, le potenze asiatiche ci faranno ciao ciao con la manina lasciandoci fermi al semaforo, con la freccia accesa nella direzione sbagliata. Io vedo inquietanti segnali all’orizzonte, anche grazie al lavoro che faccio.
E lasciate che vi faccia un piccolo esempio.
A San Diego, sulla Towne Centre Drive, c’è una di quelle cose che noi amiamo chiamare con il loro nome americano: company. Si chiama “Illumina” inc., e produce macchine per il sequenziamento del DNA. Macchine che quando dici a un biologo (tipo me) cosa fanno, finisce che ti guarda negli occhi e scoppia a ridere. E invece, glielo ripeti, lo fanno davvero. Sono strumenti da fantascienza anni ‘50, tipo che tu gli metti dentro il DNA e loro ti dicono vita, morte e (mettiamoci pure) qualche miracolo in pochi giorni. Come nei film con Bruce Willis o quelli con le attricette americane fighe da paura che fanno sempre la dottoressa ricercatrice intelligentissima (che la da via verso la fine).
Comunque, questi della Illumina se ne escono il mese prossimo con una nuova macchinetta. Con 10,000 bigliettoni, tutto il genoma di un individuo sequenziato in una settimana. (Risata del biologo). Costo della macchina? $690,000.
Cosa c’entra la Cina, direte voi? Oh, , poca roba: Il Beijing Genomics Institute sarà il primo cliente. Ne ha comprate 128. Centoventotto.
Ciao ciao, con la manina.

inFasce

Ripesco da un vecchio blog, mai aggiornato.

C’è quel confine, quello invisibile, che ognuno di noi ha dentro. Quella strisciante sensazione che, anno dopo anno, insinua una consapevolezza: non siamo tutti uguali. Ci sono i puri di cuore, gli ingenui, i meschini per natura, i santi, i cattivi per piacere, gli alter-ego a vita, i pazzi, i repressi. Ci sono tutti. E ci sono le teste di cazzo. Li riconosci subito perchè, ad una domanda che sorge spontanea, e che non formulo (il video parla da solo), loro ti potrebbero rispondere: dai, è mio figlio, è un gioco, non ti scaldare. Oppure: e quindi?