Il Piemonte è caduto

«Da ragazzo non lo sapevo ancora, eppure avevo sempre l'occhio alla strada, ai passanti, alle ville di Canelli, alle colline in fondo al cielo. E' un destino così, dice Nuto - che in confronto con me non si è mosso. Lui non è andato per il mondo, non ha fatto fortuna. Poteva succedergli come succede in questa valle a tanti - di venir su come una pianta, d'invecchiare come una donna o un caprone, senza sapere che cosa succede di là dalla Bormida, senza uscire dal giro della casa, della vendemmia, delle fiere. Ma anche a lui che non si è mosso è toccato qualcosa, un destino - quella sua idea che le cose bisogna capirle, aggiustarle, che il mondo è mal fatto e che a tutti interessa cambiarlo»